Chi dorme non piglia pesci, ma ottimi voti
da Milano – Secondo una ricerca pubblicata da Psychological Science, dormire tra le sessioni di studio rende più facile ricordare il testo studiato e inoltre ne rafforza la persistenza in memoria, tanto da consentire di acquisire di nuovo quanto studiato e poi dimenticato (il classico ripasso) in tempi molto più brevi, anche a distanza di sei mesi.
L’esperimento è stato condotto in Francia su un campione di 40 persone adulte diviso in due gruppi: quello con intervallo di sonno tra una seduta di apprendimento e l’altra e quello senza. L’esercizio proposto loro era di leggere e apprendere 16 parole francesi e la corrispettiva traduzione in swahili.
Dodici ore dopo la prima fase di apprendimento i partecipanti hanno provato a ricordare le parole francesi con la relativa traduzione e qui si è manifestata una tendenza interessante, il gruppo che non aveva dormito nell’intervallo di 12 ore tra la prima sessione e la seconda è stato in grado di ricordare solo 7,5 delle 16 parole.
Viceversa il gruppo che aveva intervallato le due sessioni con un riposo notturno (prima sessione la sera e la seconda al mattino) è stato in grado di ricordare 10 parole su 16.
Inoltre, per ricordare tutte le parole, il primo gruppo ha avuto bisogno di ulteriori 6 tentativi, mentre il secondo solo di 3.
Quindi, d’ora in avanti, se vi sorprenderanno a dormire a scuola o in ufficio potrete sempre dire con orgoglio che state “apprendendo”.