CoHost: integrazione e alfabetizzazione digitale per i migranti
da Roma – oggi a Roma la presentazione del progetto Co-Host di Fondazione Mondo Digitale e Microsoft, con il patrocinio delMinistero dell’Interno, dedicato all’integrazione sociale e culturale e alla riqualificazione professionale di immigrati e rifugiati in Italia. L’alleanza strategica tra il mondo della scuola italiana e i centri di accoglienza ha permesso la creazione di un hub formativo in cui i migranti possono apprendere e sviluppare competenze digitali, linguistiche e civiche.
“I-tutor” di questa scommessa formativa sono 1.000 studenti italiani che in cinque città (Roma, Napoli, Reggio Calabria, Catania eMessina) si mettono in gioco come facilitatori naturali dei processi di integrazione, grazie al codice digitale, linguaggio ponte tra culture diverse e chiave di accesso alla cittadinanza 4.0. Al fianco di 1.000 migranti insegnano loro l’uso del pc e di Internet, li supportano nell’apprendimento della lingua e cultura italiana e, stringendo rapporti interpersonali con loro, li aiutano nel difficile processo di inserimento nella società che li ospita. Si tratta della cosiddetta formula della terza accoglienza, già sperimentata con successo dalla Fondazione Mondo Digitale, che combina tecnologie, social learning e animazione territoriale per promuovere la piena integrazione dei cittadini stranieri.
Oggi, presso l’IIS Leonardo Da Vinci di Roma, si è tenuta la presentazione ufficiale delle attività. È intervenuto nella conferenza di apertura anche il Sottosegretario di Stato, Domenico Manzione: ”La scuola è un luogo privilegiato per creare integrazione. La tecnologia ha favorito momenti di incontro tra culture e ha permesso agli studenti di perdere certi pregiudizi. L’Italia è pronta, tra mille difficoltà. Fare integrazione in un periodo di grave crisi economica e grave crisi di sicurezza, non è una passeggiata, ma una vera e propria sfida. Noi speriamo che in questo cammino, anche se lentamente e con molta fatica, si aggreghi presto anche l’Europa”.
“La Fondazione Mondo Digitale sta formando una nuova generazione di giovani che ha scoperto dai propri maestri che il modo migliore di imparare è insegnare, per mettere in comune le cose che si conoscono e migliorare la vita di tutti. L’Europa è da tempo alla ricerca di una soluzione ai problemi dell’immigrazione e integrazione. Noi siamo convinti che un modello vincente di integrazione debba partire dalla scuola e basarsi sui valori di incontro e condivisione”, spiega Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale.
“Le pagine di cronaca ci ricordano quotidianamente come l’integrazione sociale e culturale sia ormai una priorità non solo per le istituzioni ma anche per la società civile. Migranti, rifugiati e immigrati sono potenziali cittadini del nostro Paese e come tali possono diventare una risorsa preziosa per la comunità. Perché questo si realizzi occorrono processi di integrazione e formazione” spiega Paola Andreozzi, Responsabile Microsoft Philanthropies. “Il progetto Co-Host realizzato da Microsoft con la collaborazione di Fondazione Mondo Digitale si basa sulla formazione dei giovani studenti italiani che a loro volta trasferiscono sapere ai coetanei stranieri in un mix di competenze digitali e osmosi culturale, in cui chi apprende racconta la propria storia e chi insegna condivide i valori e la nostra cultura. Perché le competenze senza la capacità di comprendere la società in cui devono essere usate hanno poco valore e al tempo stesso non avere competenze moderne chiude le porte ad una vera integrazione sociale.”
I laboratori digitali per l’inclusione continueranno anche nelle prossime settimane. Il 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, studenti e ospiti dei centri di accoglienza si incontreranno per il consueto appuntamento con #iocisono, la partita di calcio solidale che quest’anno si disputerà contemporaneamente in cinque città italiane: Milano, Roma, Napoli, Messina e Catania. A Milano, un match speciale, realizzato in collaborazione con l’associazione PlayMore, tra immigrati e dipendenti Microsoft.