Homeworld Desert of Kharak: uno strategico in tempo reale davvero interessante
da Milano – Nostalgia e un senso di Déjà vu, sono le sensazioni che si provano procedendo nei livelli di questo piccolo gioiellino sviluppato da Blackbird Interactive, interamente in Unity, e pubblicato da Gearbox Software. Homeworlds Desert of Kharak è un ponte ideale tra il passato, il presente e forse anche il futuro degli strategici in tempo reale.
Fin dalle prime schermate è impossibile, per gli amanti del genere, non trovare similitudini con titoli storici, in particolare Command & Conquer, iconico titolo di EA, uno dei capostipiti di questa categoria. Per inciso ho giocato Homeword su un Power Mac con processore M1 (anche se ufficialmente non supportato) e Track Pad (il mouse per questo tipo di gioco è fortemente consigliato per l’uso frequente dei tasti destro e sinistro).
La parte più difficile è stata “appassionarsi” fin da subito, trovare il giusto feeling, venivo da una serie di esperienze su titoli SEGA, come Warhammer e Company of Heroes e l’inizio è stato un po’ spiazzante. La prima missione, molto basica, non rende giustizia e non fa intravedere le enormi potenzialità del gioco, mettiamoci pure un’introduzione e un tutorial fin troppo lunghi e la tentazione di lasciare è forte.
Ma non bisogna desistere, Livello dopo livello Homeworlds Desert of Kharak mostra una profondità di gioco e una varietà di mezzi e missioni assolutamente entusiasmanti.
Non si costruiscono vere e proprie strutture per lo sviluppo dei veicoli, ruota tutto intorno alla nave madre “Kapisi”, una grande portaerei che si muove non troppo agilmente tra le dune sabbiose e asperità del territorio. Accompagnata ad essa c’è il modulo di esplorazione “Rachel”. Entrambi vanno tutelati e difesi, la loro perdita comporta il fallimento immediato della missione.
Per raccogliere risorse occorre esplorare il territorio e fare esplodere, con apposite cariche, i relitti che si possono incontrare. La bellezza del gioco è proprio data dalla quantità di mezzi e upgrade che da sviluppare. Miglioramenti di corazza, di velocità di riparazione, di allestimento bellico, di potenza di fuoco e altro ancora.
In particolare non si può che rimanere profondamente affascinati dai tre diversi veicoli aerei: il bombardiere, il caccia leggero, e una sorta di stealth molto efficace. Basta puntare l’obiettivo per vedere decollare dalla portaerei i varia aeromobili con una fisica di volo e una definizione di fuoco del tutto godibili.
Si inizia con pochi mezzi e missioni abbastanza abbordabili. Poi si complica tutto, l’intelligenza artificiale che governa gli antagonisti non dà molta tregua e attacca in modo selettivo le risorse più esposte. Finire il gioco con livello di difficoltà “normale” è già un bel risultato.
La missione finale forse non è la più difficile in assoluto, anche perché ci si arriva con una dotazione di mezzi e di upgrade importante. Toccherà invece ripetere diverse volte le missioni intermedie fino a trovare il giusto equilibrio tra potenziamenti e sviluppo veicoli.
Alla fine della campagna c’è un po’ di rammarico. Si avverte il desiderio di giocare qualche missione in più. Segno che il titolo funziona e ha appassionato al punto giusto. Si può comunque proseguire con battaglie singole in rete o contro l’intelligenza artificiale, anche se la fine di una campagna lunga e emotivamente dispendiosa è spesso l’ultimo capitolo prima della disinstallazione del gioco…