Presentato ieri a Milano “Un Archivio Da Paura”
Da Milano, – Il MIC – Museo Interattivo del Cinema e Fondazione Cineteca Italiana, in collaborazione con Epson, inaugura il 12 giugno “Un archivio da paura”, percorso multimediale con elementi di Realtà Aumentata dove le più recenti tecnologie e l’archivio storico del MIC si incontrano per offrire un’esperienza unica ed emozionante.
Il visitatore che entra nell’archivio filmico del museo, per la prima volta aperto al pubblico, grazie all’utilizzo degli smartglass Moverio di Epson rivive davanti ai suoi occhi le scene dei più famosi film dell’orrore, il tema scelto dal Museo per inaugurare questa nuova entusiasmante esperienza interattiva. E’ sufficiente indossare i Moverio e le cuffie in dotazione, quindi rivolgere lo sguardo verso i QR Code presenti all’interno dell’archivio, per far partire contenuti video e audio in qHD e 3D.
“E’ un’esperienza speciale – ha dichiarato Matteo Pavesi, Direttore Generale della Fondazione Cineteca Italiana – per appassionati di cinema e semplici curiosi, per adulti e ragazzi. Per la prima volta è possibile visitare il nostro ricco archivio di film in un modo completamente nuovo e coinvolgente. Un’opportunità da non perdere e che ci fa piacere inaugurare oggi in occasione del 120° compleanno del cinema.”
“Un prodotto come i Moverio – afferma Carla Conca, Sales Manager Visual Instruments di Epson Italia – permette di progettare percorsi di visita che regalano esperienze uniche, sfruttando anche le caratteristiche della Realtà Aumentata. I nostri smartglass sono dotati di funzionalità tecnologiche che li rendono di facile utilizzo e in grado di soddisfare appieno le esigenze di un museo.”
Con gli smartglass Moverio di Epson l’horror come si è mai visto
Gli Epson Moverio BT-200 sono occhiali intelligenti dotati di apposite funzioni che permettono di sfruttare appieno le applicazioni di Realtà Aumentata. Sono gli unici smartglass sul mercato ad avere la visione stereoscopica per garantire una reale percezione visiva dello spazio, assicurata anche dalle lenti trasparenti che offrono un’esperienza immersiva, ma non estraniante: le persone che li indossano hanno sempre la consapevolezza della realtà che li circonda e possono interagire con essa in modo istintivo e naturale.
Il percorso di visita ha inizio con Il tunnel dei sogni, corridoio sotterraneo che mette in comunicazione il laboratorio del museo e l’archivio dei film. All’interno del tunnel, i visitatori trovano 23 grandi illustrazioni che raccontano con immagini e parole la storia tecnologica della pellicola cinematografica fino al suo passaggio al digitale e lo accompagnano al caveau (ben 15 metri nel sottosuolo) dove si trovano le pellicole e ha luogo la visita “aumentata”.
Un archivio da paura: quando le pellicole “prendono” vita.
L’archivio storico del MIC raccoglie le collezioni filmiche storiche della Cineteca Italiana (circa 25.000 titoli) raccolte in oltre 60 anni di storia. La Cineteca conserva le copie in 35 mm delle opere più importanti della cinematografia mondiale, con un occhio di riguardo per quella del nostro Paese. Per l’inaugurazione del percorso guidato è stato scelto il tema della “paura”, scegliendo tra i film presenti in archivio, al quale seguiranno successive tematiche.
Orari di visita e modalità d’ingresso
Venerdì, sabato e domenica: 17-17.30/ 17.30-18. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria telefonando dal lunedì al venerdì in orario d’ufficio allo 02 87242114.
Un archivio da paura:
le 10 curiosità
10 cose da sapere sul percorso multimediale con elementi di Realtà Aumentata, organizzato dal Museo Interattivo del Cinema e da Epson.
I numeri di Un archivio da paura:
· 150 metri del tunnel dei sogni con 23 gigantografie
· oltre 25.000 pellicole nel caveau
· il caveau è posto 15 metri nel sottosuolo
· la temperatura media è di 12 °C
· circa 3500 metri quadrati e circa 50 metri lineari per 8 file di scaffali
- Il Tunnel dei Sogni nasce come estensione ultima del progetto di Luigi Comencini, fondatore della Cineteca Italiana, insieme ad Alberto Lattuada, che voleva creare un museo del cinema che raccogliesse, prima che cimeli, i film veri e propri, ossia i “sogni” del pubblico.
- Quella che sembrava destinata a rimanere un’utopia, è oggi possibile e addirittura fruibile grazie alla realtà aumentata
- L’invenzione della pellicola, sebbene di poco tempo precedente, è contestuale a quella del cinema. La pellicola ha un’aspettativa di vita di circa 80 anni, dopodiché decade e necessita di restauro
- Le prime pellicole avevano un substrato di celluloide, sopra al quale era applicata della gelatina fotosensibile costituita con elementi di origine vegetale e animale e presentavano anche un composto di argento e nitrato che le rendeva particolarmente sensibili al calore: l’alta infiammabilità del supporto è stato spesso causa di distruzioni accidentali di intere collezioni di film
- La pellicola poteva anche essere colorata a mano, e ciò rendeva “unica” ogni singola copia di un film
- Con l’avvento del sonoro (1927) e il cambio di supporto (dal nitrato all’acetato prima e al poliestere poi) si crea un incredibile proliferare di pellicole, che ha causato intorno agli anni Cinquanta il sorgere di un intero mercato dedicato esclusivamente alla distruzione e riciclo delle pellicole considerate in eccesso
- All’interno del Tunnel dei Sogni si trovano 23 illustrazioni su grandi pannelli d’alluminio, per una lunghezza totale di 54mt: raccontano la storia tecnologica e sociale della pellicola cinematografica, dalla nascita fino al passaggio epocale al formato digitale
- Accanto ai pannelli esplicativi ve ne sono altri 10, realizzati dallo studio grafico H57 di Milano, con il format Shortology, la cui peculiarità consiste nel rappresentare i grandi capolavori del cinema usando solo icone grafiche che mettono alla prova la memoria del visitatore
- Per il progetto “La realtà aumentata entra al MIC” sono stati digitalizzati dal personale di Cineteca circa 8.000 metri di pellicola infiammabile e più di 30 ore di materiale filmico sono state restaurate e digitalizzate
- Il percorso nel Tunnel non è solo un’esperienza visiva, ma anche uditiva, visto che un apposito allestimento permette di diffondere nell’ambiente musiche ispirate al cinema