Rinasce la vecchia Polaroid: foto vere in chiave digitale
da Milano – Cosa rimarrà di questa grande memoria digitale degli anni duemila? Le fotografie taggate, condivise, likkate (neologismo da sottoporre all’Accademia della Crusca) sopravviveranno alle mutazioni di tecnologia? Oppure si innescherà una sorta di paradosso temporale, tale per cui in assenza di dispositivi in grado di visualizzare le “vecchie” fotografie digitali (si pensi ai lettori di cassette VHS diventati in un lampo modernariato) si tornerà a narrare le cose, le persone e gli avvenimenti, come facevano i nostri antenati?
Forse proprio alla base di questa angoscia condivisa si basa il successo del tutto inatteso del “Progetto Impossibile” (The Impossibile Project, non senza un pizzico di ironia) il brand che ha raccolto l’eredità delle Polaroid e ha deciso di riportare sul mercato, nel 2010, le fotocamere analogiche istantanee.
La nuova I-1, una fotocamera in puro stile Polaroid, presenta le stesse caratteristiche delle fotocamere in auge a partire negli anni ’60, ’70 e ’80: è possibile scattare una foto e istantaneamente svilupparla su un foglio di pellicola Polaroid che “prende vita” proprio davanti ai vostri occhi. Ha un aspetto molto Steampunk, con flash a ghiera, auto-regolazione e messa a fuoco automatica. Tuttavia la parte analogica si integra con quella digitale, basta collegarla via Bluetooth al dispositivo iOS e si ottiene l’accesso per completare i controlli manuali, per l’impostazione del flash, la velocità dell’otturatore e l’apertura e applicare anche effetti come la doppia esposizione.
L’I-1 è in uscita il 10 maggio e costerà 299 dollari. Il caricatore di pellicola per sviluppare istantaneamente otto foto costerà invece 23,49 dollari.
Certo, a questi prezzi nessuno si illude veramente che la fotografia analogica tornerà ad avere il sopravvento su quella digitale. Ma l’emozione di stringere tra le mani un’immagine tangibile, che nel tempo invecchierà come i nostri ricordi ma i cui contorni sbiaditi saranno sempre comunque lì a solleticare le pieghe della memoria, non ha prezzo.