Sherlock Holmes: The Devil’s Daughter – la recensione
da Milano – Sherlock Holmes: The Devil’s Daughter è l’ottava avventura grafica dell’investigatore più famoso al mondo.Il filmato d’apertura, vedrà il nostro eroe fuggire ferito da qualcuno che lo insegue armato da fucile, cosa mai sarà successo al buon Sherlock? Andiamo con ordine, appena Il gioco inizia il nostro personaggio lotta contro una forma acuta di apatia, la sua mente è totalmente annoiata, ma ben presto busseranno alla sua porta per chiedere il suo aiuto. Abbiamo la bellezza di cinque lunghi casi da risolvere. Appena faremo la conoscenza di un personaggio, andremo ad analizzare tutti i particolari, e dovremo dare delle deduzioni esatte, per inquadrare il carattere e altre osservazioni di colui o colei che avremo davanti. Mentre svolgeremo la storia principale, ci troveremo in vari luoghi, e dovremo oltre che interrogare le persone, anche analizzare molto bene l’ambiente attorno a noi. In caso non troviate qualcosa, basterà premere il tasto per attivare il talento di Sherlock” che metterà in evidenza degli oggetti che non abbiamo visto, brillando di giallo. Quando avremo recuperato ogni singolo oggetto importante per la missione, il gioco ci avviserà che avremo fatto tutto.
Questo permetterà di attivare “l’immaginazione” in cui dovremo abbinare correttamente ogni singola parola in modo da ricostruire il caso. Come nei capitoli precedenti, avremo modo di dare la sentenza finale, ma attenzione ai dialoghi. Se per sbaglio premete il tasto errato, oppure sbagliate a dare una risposta o domanda, non potrete ripetere il dialogo, dovrete uscire e ricaricare il salvataggio precedente, questa è una grossa pecca, perché in tutta l’avventura il giocatore viene accompagnato con vari aiuti, ma nei dialoghi basta poco per sbagliare, e dopo qualche errore si comincia a perdere la pazienza. La varietà delle cinque missioni, ci permetteranno di esplorare Londra, di utilizzare altri personaggi oltre al nostro Sherlock. Gli enigmi non sono tali da rendere frustante il gioco, forse una maggiore qualità grafica e una miglior riduzione della lunghezza di un caso avrebbero reso un’esperienza migliore. Sappiamo tutti che un titolo più è lungo, più è appagante, ma la leggerezza di alcune sequenze, fanno abbassare l’entusiasmo e fanno alzare la noia.
La narrazione potrebbe risultare lenta, ma Dall’altra parte avremo talmente tante cose da fare e sopratutto molto varie, che permettono di avere un’equilibrio stabile. Travestire Sherlock, scegliendo l’abito più adatto a lui, sarà fondamentale per addentrasi nel caso senza dare nell’occhio. Stesso discorso vale per l’approccio che deciderete di avere durante gli interrogatori. Più prove riuscirete ad avere, maggiore sarà la vostra possibilità di successo, e ovviamente vi risulterà più facile dare la sentenza finale. Concludendo, questo titolo è adatto a tutti i fan della saga e del personaggio che rispecchia una versione più umana, mettendo in luce le sue debolezze psicologiche. Ma la veste grafica, risulta datata, e altre sequenze, come gli improvvisi e inaspettati QTE,andavano approfondite maggiormente. Non si tratta di un brutto gioco, ma consiglio vivamente di vedere qualche video prima di acquistarlo. Voto : 6,5